martedì 31 agosto 2010

L’Aquila, sfida delle civiltà

Segnaliamo un articolo molto bello su L'Aquila e sui disegnatori che raccontano la città, si intitola "L’Aquila, sfida delle civiltà", è stato scritto da Rossana Mauri e lo trovate qui.

domenica 29 agosto 2010

Le Teste delle Campane di S. Pietro a Coppito



Le teste delle campane all’improvviso, dopo tutto quell’ondeggiare, si ritrovarono a guardare il mondo da un’altra prospettiva.

Non più cieli, stelle, nuvole e rondini ma polvere, sassi e svolazzanti rifiuti.

Sbigottite guardavano le campane ormai rotte, il batacchio schiacciato per terra, senza più la possibilità di dondolare e suonare il magnifico scampanio, il richiamo alla festa.
Dopo un po’ si abituarono a guardare questa parte del mondo e cominciarono a capire che anche qui c’era del buono e del bello.

Passavano persone, non molte, ma potevano finalmente vedere le facce degli uomini… da lassù si vedevano solo le loro teste.

Potevano sentire le loro voci… da lassù sentivano solo un brusio indistinto e uniforme.

Alcuni volti erano tristi, preoccupati, seri e pensierosi. Si capiva che la loro testa lavorava e cercava di trovare una soluzione che sicuramente sarebbe arrivata grazie alla loro determinazione e caparbietà.

Era passata anche qualche faccia non pulita, forse troppe, ma quelli erano andati e non si vedevano più.
Alcuni erano stati cacciati, alcuni indagati e magari qualcuno sarà stato anche punito per le sue colpe… magari, alcuni semplicemente non erano più interessati a quella parte di mondo.

Ormai le teste delle campane avevano acquisito una incredibile sensibilità a riconoscere i “buoni” dai “ cattivi” e ovviamente facevano il tifo per quelli buoni che stavano di nuovo aumentando, avevano voci cristalline e limpide, le loro parole davano coraggio e speranza.

E così la nuova prospettiva sembrò loro meno amara, guardando la torre lassù, sbreccata anche lei, decisero che valeva la pena continuare il resto della loro esistenza ad un livello più basso e magari, anzi speravano, molto presto, avrebbero gradito farsi sostituire lassù da teste e campane più nuove.

In fondo loro erano lì addirittura da più di 200 anni!

Poterono così di nuovo vedere la piazza piena di gente con facce sorridenti mentre lo scampanio delle nuove campane invitava alla festa e… grazie all’impegno dei cosiddetti “ buoni” non ebbero più davanti agli occhi questa piazza piena di pietre e detriti.

Angela Maria Russo – L’Aquila, Estate 2010

venerdì 27 agosto 2010

Persone


Nel tardo pomeriggio la piazza si anima: una signora si gusta un gelato, una coppia discute, qualcuno aspetta, un signore parla al telefono un altro si guarda intorno ... e la balaustra delle fontana accoglie tutti.

mercoledì 25 agosto 2010

La Fortezza indebolita ...


Il Forte Spagnolo, danneggiato dalla scossa. In una recente visita a Giugno il primo ministro spagnolo Zapatero si è impegnato a donare i fondi necessari per il completo restauro.

domenica 15 agosto 2010

Ruote tra i rifiuti

E' una piazza quella di San Marciano molto esplorata dai disegnatori.
Come appassionato di biciclette mi sono soffermato su questa vecchia Legnano che giace in mezzo ad altri oggetti senza più vita, nascosta dietro ai resti di mobili sfondati.
E' una bici da ragazzo; spero che venga recuperata presto.

sabato 14 agosto 2010

San Gregorio

La statua di San Gregorio si rivolge alla piazza ma guarda in alto.
Miracolosamente in piedi guarda le travi che attraversano tutta la facciata e arrivano fino a San Sisto che è nello stesso atteggiamento.
I Santi hanno protetto la chiesa e continuano a ringraziare il Signore.

venerdì 13 agosto 2010

Amore a L'Aquila


Mi piacerebbe poter incontrare il ragazzo che ha scritto queste frasi, perchè sicuramente è stato un giovanissimo a scrivere, soltanto i ragazzi scrivono il loro amore sui muri pensando che le pietre possano durare per sempre.

Vorrei poterlo incontrare e sapere se le sue scuse e il suo giuramento sono stati accolti ed accettati con altrettanto amore...

Spero di sì, e spero che questi ragazzi, innamorati, siano in qualche posto, mano nella mano, insieme, ad affrontare la vita.

La mia L'Aquila - 4

Lato posteriore della Collegiata dei Santi Marciano e Nicandro.
Dagli squarci si intravede l'orditura della copertura che a quanto pare non ha subito lesioni gravi.

Piazza San Domenico


La piazza è invasa da materiali di cantiere che per trovare spazio si accatastano anche sulla chiesa. Scompare il portale istoriato, l'arco e le colonne perchè addosso un mare di legno e ferro puntellano le mura compromesse dal sisma.

mercoledì 11 agosto 2010

Interno a Collemaggio

Quest'opera di restauro ingegneristico è possente e ben fatta.
Sta a dimostrare che fruire di nuovo uno spazio è possibile, con la sicurezza stabilizzante delle strutture che consentono alle persone di rientrare in luoghi che sembravano perduti.
Ma a che prezzo.
Il restauro in Italia è di consolidamento, reversibilità ma non ricostruzione di quello che era prima.

martedì 10 agosto 2010

Piazza Rocca di Corno

La piazza è irriconoscibile. Intorno i palazzi antichi sono mascherati dalle impalcature e al centro un cumulo alto almeno tre metri di detriti ammucchiati senza nessun ordine.
Sono tutti gli oggetti posseduti da quelle famiglie che abitavano in quel perimetro.
Sputata fuori dalle case quella roba giace riversa nella polvere.
Una mano pietosa avrebbe recuperato sicuramente almeno la metà di quello che ora è stato violentato e distrutto dalle ruspe.
Spunta ben conservato un corpetto salvagente che racconta la passione marinara di chi lo ha posseduto.

domenica 8 agosto 2010

Piccole comodità - 2: sedia a sdraio


Altri resti di piccole comodità domestiche emergono dal cumulo di oggetti in piazza S. Marciano.
I colori gai ma un po'sbiaditi di una sedia a sdraio coronano un mucchio di cassetti, componenti di mobili e una pentola a pressione ancora lustra e brillante.
Ci sono parecchi attrezzi da cucina, per esempio una macchina per la pasta nuova nuova; che vengano dal ristorante che si affacciava sulla piazza?
Mentre disegniamo arriva una famiglia, sono i proprietari del ristorante e cercano qualche loro mobile ancora utilizzabile.
Sembra quasi che il terremoto ci sia stato l'altro ieri e non più di un anno fa...

venerdì 6 agosto 2010

A L'Aquila ancora i Disegnatori col caschetto



Il 5 settembre appuntamento a L’Aquila per tutti gli Urban Sketchers, con la matita e il taccuino per disegnare il bello e il brutto della città del dopo terremoto.

Siamo una parte del movimento mondiale degli Urban Sketchers, persone che osservano descrivono, disegnando dal vero, la realtà sociale, artistica, architettonica delle città e dei luoghi che vivono.
Noi vogliamo raccontare L'Aquila e il terremoto come nessuno ha ancora fatto, con matita e taccuino disegnando dal vero, vogliamo raccogliere le immagini dei disegnatori che attraversano le strade, le piazze, le nuove periferie di questa città silenziosa, ma non ancora ridotta al silenzio, vogliamo raccontare i luoghi comuni e non comuni del terremoto.
Dopo la giornata del 4 luglio a cui hanno partecipato 12 artisti siamo tornati in azione, a disegnare a L'Aquila il 25 luglio, tutti perfettamente muniti di caschetto, scortati nella zona rossa da due preziosi vigili del fuoco, con una persona che conosce e ama la sua città a farci da guida e a raccontarci di ogni angolo, per riempire la "carriola di disegni" che sta già facendo il giro della rete.
Il virus della verità, su questo pezzo di Italia squassato dal terremoto prima, e dal silenzio del "tuttoapposto" poi, sta cominciando a spandersi e a richiamare sempre più gente.
Sul blog, come mattoni a ricostruire memoria, gli artisti che sono stati a L'Aquila continuano ad inserire i loro disegni, capaci di evocare dense sensazioni, le stesse provate per le strade, per i vicoli e per le piazze.
Un commento sul blog ci indica la strada "Grazie per questi bellissimi disegni, intensi e accorati come poesie. Ogni volta che visito questo blog mi si stringe il cuore, ma continuo a farlo perché è giusto conoscere, vedere, combattere l'indifferenza. "
E questo è il senso. Raggiungere il cuore di chi dagli occhi, tramite la tv, è stato portato a credere che a L'Aquila vada tutto bene. Lumi che non illuminano più colpiscono per la loro frustrante vanità, quando la sera cala ed il buio avvolge la città spegnendone ogni vita. Non siamo più abituati ad una città spenta, e girare per le strade abbandonate prive di illuminazione pubblica è uno choc.
Scrive Angela Maria Russo a margine del suo contributo sul blog "Con lo sguardo inquieto, incapace di fermarsi su un oggetto specifico, si vaga alla ricerca di qualcuno, di qualcosa che ci faccia ritornare alla vita e ci faccia uscire da questa calma vuota per avere di nuovo una speranza."

Non ci fermiamo.

Il prossimo grande appuntamento è previsto per il 5 settembre, e per quel giorno in Piazza Duomo vogliamo invitare gli artisti, gli appassionati di tutta Italia, perchè i disegni viaggiano più veloci delle parole, non hanno bisogno di traduzioni, arrivano immediatamente al cuore.

Per contatti, informazioni e collaborazione:

giovedì 5 agosto 2010

FINESTRE - L'Aquila 25 luglio 2010

vedere il cielo dalla prospettiva sbagliata...







"la solidarietà è la tenerezza dei popoli"
"dobbiamo essere duri senza mai perdere la tenerezza"
E. Che Guevara

mercoledì 4 agosto 2010

La Fortezza


Quando ho visto il Castello, la Fortezza dell'Aquila, sono rimasta veramente colpita. L'imponenza delle mura, la solidità smussata come una roccia, l'impenetrabilità: invincibile. Eppure, cercando l'ingresso, eccola, la gru, i danni, la camionetta dei militari, lo sbarramento. Sopra il portale nobile sono crollati dei blocchi di pietra, e la facciata sembra una bocca sdentata.

Le mille chiavi per la città...

La città "silente" ci aspetta con le sue chiavi lasciate... dai suoi... abitanti...

martedì 3 agosto 2010

La mia L'Aquila - 3

Casa con Madonna col bambino sulla facciata.
La bellezza delle simmetrie e delle proporzioni si confronta con i resti delle vite vissute al suo interno.

Il nulla, dietro...


Stento a ricordare cosa ci fosse dietro tutte quelle transenne, quelle gabbie, quelle plastiche rosse che hanno chiuso il lazzaretto della città, non il centro storico, non uno dei più grandi d'Italia, non uno dei più belli. No, il lazzaretto. E non ricordo nulla dietro, dietro ai reticolati di un campo di concentramento. Appaiono, ma lontane, solo le chiese, le loro facciate su cui si lavora. Ma, dietro, dove è impossibile passare, dove è pericoloso andare, laddietro è il nulla...
(E dire che ora ci vanno in molti a visitare questo disastro. Ora, dopo 16 mesi. Guardano increduli e scoprono, sì ora lo scoprono, che l'Aquila è stata abbandonata da chi avrebbe dovuto ricostruirla).

Detriti nelle piazze

L'immagine è presa dalla Piazza di S. Pietro a Coppito. Mostra lo stato dei resti marmorei della Chiesa e come vengono "conservati" all'ombra del cartello con quella scritta rossa che pateticamente vorrebbe dichiare la diversità da un detrito e l'altro per difenderne l'identità. Le pietre sminuzzate così si ammassano e non hanno ricevuto ancora un riordino selettivo.Diverso è il riordino dei detriti a piazza San Marciano dove dei bancali accolgono come su un trono le pietre provenienti dalla Chiesa. Alcune sono già imballate e ogni pezzo di marmo sembra avere un numero.
Triste però è la sorte di tutti quegli effetti personali provenienti dalle abitazioni vicine.
Il bianco del marmo contrasta su una catasta informe di altri oggetti, resti che finiranno per essere avviati al caos di una discarica, quasi per non testimoniare della tragedia passata. Ricordi irrecuperabili volutamente lasciati marcire.

lunedì 2 agosto 2010

I disegnatori con il caschetto


L'AQUILA 25 luglio 2010


Ecco alcune fotografie fatte da Stefano Marcovaldi dei disegnatori in giro per la città










domenica 1 agosto 2010

La mia L'Aquila - 2

La Chiesa delle Anime Sante prigioniera delle fasce di contenimento sotto stretta vigilanza di un'auto dei VV.FF.


Casa puntellata presso la Chiesa del Carmine

Nel pomeriggio ci siamo di nuovo divisi a gruppi, e alcuni di noi hanno notato la Chiesa del Carmine (forse il nome completo è Santa Maria del Carmine) che, da una traversa del corso principale, invaso da una folla multicolore- soprattutto di abruzzesi- mostrava la facciata fittamente ricucita con diversi tipi di supporti colorati, legno, metallo, e le fasce gialle.
Ci siamo avvicinati dopo aver chiesto a un militare se ce n'era la possibilità; ma effettivamente eravamo in zona rossa, senza saperlo. Poco dopo la Chiesa, sulla stessa stretta via , quel che rimaneva dell'ingresso di una casa era puntellata da un imponente reticolo stellare di travi , invece di essere tout court abbattuta.
Il disegno non è preciso, ma rende l'idea.