domenica 31 ottobre 2010

La capriata d'acciaio

Una capriata d'acciaio, ai piedi di una chiesa semidistrutta.
La capriata attende due pareti che possano reggere il suo peso.
Le pareti non ci sono.
La capriata aspetta, è d'acciaio.
Per lei gli anni possono passare, gli inverni e le estati,
non invecchierà,
e guarda Santa Maria Paganica,
ma ogni tanto un dubbio la sfiora:
mi accoglieranno, le antiche pietre?


martedì 26 ottobre 2010

Omaggio ai VVF - SAF

Questa "cartolina" è dedicata agli uomini che hanno realizzato rinforzi e protezioni lignee che si incontrano in tutta la città. In questo caso i falegnami firmano e datano l'opera con un omaggio tridimensionale che alleggerisce la rigidità delle travi.

l'autunno a Santa Giusta

Il muro di Santa Giusta è puntellato, la facciata si sta aprendo in due come un sandwich.
A un'estremità, vicino a un bellissimo portale romanico, le erbe appoggiate ai tubi di sostegno attirano il mio sguardo. E' autunno, e le erbe sono secche, ma ancora in piedi; ancora in piedi. Come la chiesa, come l'Aquila. Le loro radici , passato l'inverno, produrranno una nuova pianta, o se no lo faranno i semi che sono stati sparsi su questi detriti, con l'ostinata determinazione a vivere che la Natura persegue anche in situazioni estreme. E anche questa è una metafora per gli aquilani che, caparbiamente, aspettano che  questo inverno passi. Che l'Aquila rifiorisca; che torni a vivere.

lunedì 25 ottobre 2010

L'Aquila - Speranza

"La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio.
Lo sdegno per la realtà delle cose,
il coraggio per cambiarle"

P. Neruda
La crepa sul disegno l'ho chiusa con photoshop, è un'operazione molto semplice.
Non è altrettanto semplice nella realtà, ma sarebbe ora che anche all'Aquila si cominciasse a vedere qualche crepa in meno per ridare speranza.

venerdì 22 ottobre 2010

Case lesionate


Crepe, muri scrostati, grondaie pericolanti, piante tra le pietre; in campagna sono affascinato dai vecchi casali abbandonati carichi di storia, parte integrante del paesaggio e che spesso si rivelano vere isole-rifugio per moltissimi animali. Qui è diverso. Queste case, suggestive forse in un contesto agricolo, sono nel pieno centro della città a due passi da Santa Maria a Paganica .

mercoledì 20 ottobre 2010

Una carriola di disegni a Pescasseroli





Dal 15 al 17 Ottobre 2010 i taccuini della carriola di disegni sono stati ospitati all'interno della III edizione di Naturalmente Pescasseroli , una bella manifestazione culturale organizzata del Circolo Otium et Concordia In Natura (COECIN) nel centro di Pescasseroli (Aq).
La rassegna di quest'anno era dedicata ai "Confini", in tre giorni è stato possibile esplorarli attraverso documentari, presentazione di libri, conferenze, proiezioni di film, rappresentazioni teatrali, esposizioni artistiche, mostre fotografiche, dibattiti e concerti. Molto interessante tra le varie iniziative il dibattito di sabato mattina dal titolo "L'Aquila ci parla di noi", una tavola rotonda sul confine tra informazione e propaganda. 
Mi ha colpito molto osservare quanto risultino intensi ed emozionanti per chi osserva i nostri "racconti disegnati". La mostra è stata una splendida occasione per far conoscere e per parlare della situazione dell'Aquila e anche per conoscere e per scambiare opinioni e idee con tante persone interessanti e competenti.
Grazie ancora ai tanti soci organizzatori del COECIN per tutto il lavoro e gli sforzi che hanno fatto per la riuscita della manifestazione e per aver ospitato la carriola. 

W


W.....
........

Alzo gli occhi e
una mano ha lasciato un segno.
A più di tre metri
in un posto improbabile e seminascosto.
Quanto tempo fa?
E' una memoria sgrammaticata che ha resistito.
Bisogna continuare a cercare, la città è memoria stratificata.
Disegnamo per non dimenticare.

sabato 16 ottobre 2010

10 ottobre - La "prima" dopo...



...è la prima volta che torno a L'Aquila, e non è facile esprimersi, neanche in silenzio con una matita in mano. Combatto l'emozione, mi scrollo di dosso quel senso di inadeguatezza che provo, tento di non cercare a tutti i costi un soggetto che abbia un significato preciso o aulico. Sono qui per testimoniare, per partecipare e documentare. Pochi segni fumosi, come le sensazioni e i ricordi che si rincorrono, mentre poco più in là inizia il trambusto dell'Eurochocolate e spinge avanti l'idea che c'è un dopo.

giovedì 14 ottobre 2010

L'Aquila - Carriole


Sul cartello di divieto di sosta c'è scritto:

"PER LAVORI"
dal....
al...

non c'è nè la data di inizio e neanche quella della fine ovviamente!

10.10.10 postproduzione

La mia L'Aquila 10/10/10 (reprise)



Il buon Marco Preziosi mi ha inviato le scansioni dei disegni del mio taccuino adesso in viaggio verso Pescasseroli.
Nell'ordine:
Santa Maria a Paganica
Porta laterale S. Giusta

Il peso ...della situazione


Un "TELAMONE" ha attirato la mia attenzione, stranamente la diagonale di una impalcatura azzurra coincide con le mani del personaggio... si ritrova a reggere o meglio a sorreggere, il PESO del suo carico consegnatogli dal fato... (particolare del rosone della chiesa di Santa Giusta di Bazzano).

10X3 parte terza


10-10-10. Vicino alla chiesa sono appostati i militari con la loro jeep.
Mentre disegno alcuni aquilani s'avvicinano piano coi parenti riconoscendo i luoghi dove hanno dormito per tanto tempo, le tendopoli e parlano dei crolli ... raccontano la loro paura a chi non c'era, il senso di vuoto, da fine del mondo, di terrore che li ha colti quando hanno sentito la terra tremare ... sembra quasi un tuor della memoria ... pare sia passato così tanto tempo eppure poco è cambiato, o forse tutto ...


L'Aquila 10 . 10. 10

ROSONI



APPESO AD UN FILO


Come un malato grave aspetta una medicina miracolosa















DIETRO LE SBARRE

Come un detenuto aspetta la grazia

mercoledì 13 ottobre 2010

Il terremoto disegnato su Radio Popolare



Oggi Marina Petrillo per la trasmissione Alaska si è occupata di terremoti disegnati, mettendo insieme la storia di un artista graffitaro di Haiti e la nostra incursione nella zona rossa dell'Aquila. La trasmissione, con una mia intervista, si può ascoltare in podcast sul blog di Alaska.

La mia L'Aquila - 10/10/10


Il mio taccuino della Carriola di disegni sta viaggiando verso Pescasseroli dove sarà in esposizione presso la sede del COECIN nell'ambito della rassegna "Naturalmente Pescasseroli". Ho tenuto questo disegno di uno dei tanti edifici sventrati dalla furia del sisma: ho guardato ancora una volta dentro il tempo vissuto dalle famiglie che le abitavano.

10x3 parte seconda



10-10-10. Ci portano in piazza, tra le macerie, tra le fontane,tra le mura e le strade recintate.
Ci portano dentro un corpo umano, martoriato e silente. Nessun lamento perchè ognuno di questo è costretto a rimanere sotto la polvere, tra le carte consunte, le poltrone e le tende infeltrite.
I vigili del fuoco camminano in questo panorama, si avvicinano incuriositi, vogliono vedere cosa vediamo. Noi, gli esterni, noi che non possiamo comprendere.
Noi, che sentiamo nella voce commossa di Totò come la rabbia e la frustrazione siano ancora così vive. Come sia immutata, nella sua forza, la voglia di combattere..per proteggere la propria città, la propria casa, il luogo dove hanno rinchiuso il cuore.
Un cuore che continua a battere.

I soldati che sorvegliano...


Dal mio taccuino una camionetta dell'esercito sorveglia l'entrata di Collemaggio.
I ragazzi del gruppo alpini sono tra i pochi abitanti della città. Oggi L'Aquila è stranamente affollata e anche loro sono più sorridenti...

Chirurgia sperimentale

L'aquila è dominata da un ingegneria edile che fa a gara per occupare spazi e usare tecnologie al limite dell'avanguardia. Non c'è palazzo che abbia una struttura protettiva di rinforzo che sia uguale all'altra. La zona rossa è un immenso campo di sperimentazione sul consolidamento e la messa in sicurezza, una specie di sala operatoria fatta con tutti i materiali possibili: ferro, acciaio, legno..... così quella plastica sulla finestra mi ricorda i teli usati sui pazienti durante le operazioni chirurgiche.

martedì 12 ottobre 2010

Mi torna in mente il signor A


Tra le tante strutture per tentare di arrestare i cedimenti, questa è quella che mi ha particolarmente interessato... ricordandomi la firma di un artista... Albrecht Durer...
inoltre osservando bene la porta che vi si cela dietro s'intravede un sorriso... forse la speranza di un domani.

Musica dall'Aquila - Musica per l'Aquila

L'immagine che oggi inserisco nel blog non è un mio disegno.


E' uno spartito musicale scritto a matita da un musicista, non so se esperto o principiante, non so se è una nuova composizione oppure no.


Non so neanche la melodia, non ho avuto ancora il coraggio di suonare queste note. ma per me è musica dall'Aquila , è musica per l'Aquila.


L'ho trovato vicino ad una casa distrutta, fuori dalla zona rossa, iniseme a detriti e calcinacci.
Accanto ad un libro di algebra, ad una chitarra rotta, ad una tastiera , ad un paio di scarponi da sci.

Ho preso in mano questa pagina e mentre la prendevo provavo quasi vergogna, mi è sembrato di essere una ladra... una ladra di sogni.

Qualcuno dirà che i sogni non si possono rubare ... forse.
Sono comunque sicura che il proprietario di questa pagina di musica, dopo il dolore per la catastrofe subita, avrà riacciuffato il suo sogno che con caparbietà e determinazione cercherà di realizzare per dare un senso alla follia sconvolgente e meravigliosa che chiamiamo vita.



Sono stata a lungo davanti a quegli oggetti e mi chiedo perchè a distanza di 18 mesi sono ancora lì come se tutto fosse successo ieri.
Dietro ogni oggetto c'è un pensiero, un'emozione, un ricordo, una vita ... per rispetto di tutto ciò quegli oggetti dovevano essere stati già rimossi da tanto, tanto tempo.
10/10/10


Aquila 10/10/10


Un'esperienza straordinaria entrare nella Zona Rossa, una città fantasma che però resta viva, grazie all'amore dei suoi abitanti, che ostinatamente, caparbiamente, ogni volta che possono si sporgono oltre il recinto e si dicono "guarda, quella era la mia casa, guarda, laggiù abitava mia figlia, si vede il terrazzino dietro quell'angolo...guarda..." Quante frasi così abbiamo sentito durante questa lunga giornata, mentre con il disegno cercavamo di fare sentire la nostra solidarietà a queste povere persone; c'era il signore entrato di nascosto dietro al nostro gruppo, senza caschetto, che, quando il Vigile ha chiesto " E tu che stai a fare qua?" ha risposto " E che vuoi che faccia? Sto a guardare la me casa!" ; c'era la signora che mi ha visto seduta in terra a disegnare una porticina in un vicolo e mi ha ringraziato per quello che stavamo facendo; c'era nello stesso vicolo un giovanotto che si è fermato alla sbarra a guardare tutto intento, dentro la Zona Rossa, e piangeva, ed io ho fatto finta di non vedere, mi sono curvata di più sul mio disegno...
Grazie per questa esperienza, io ho fatto quello che ha chiesto Totò, ho raccontato quello che ho visto, la mia collega ha detto " Ma io credevo che avessero già quasi ricostruito!" e al mio racconto si è commossa.

...da Firenze a L'Aquila il 10/10/2010

La tappa a San Pietro a Coppito è tappa forzata, chi ci è già stato ci torna e non può essere diversamente.
Ci dicono che la maggior parte di quel quartiere non potrà essere recuperato....
Che posso fare io con le mie matite?
Rimango nel dubbio di un gesto inutile e inizio a disegnare rapidamente e riassumo nel tratto quello che sento...
Un cane ci segue da un po', segue chiunque entri nella zona rossa, a lui non serve un caschetto e nemmeno un permesso, ogni tanto si sdraia a riposare. Sul mantello trasandato hanno aderito colori e frammenti di materiale vario raccolti qua e là in centro. Verrebbe voglia di dargli una bella strigliata, ma ha un collare e forse è di qualcuno e forse è di tutti...

Avvitamenti che fermano il mio respiro

"I miei occhi si sforzano di penetrare l’intrico di contrafforti di legno..."

Indosso il caschetto.
Insieme ai tanti altri disegnatori, ai vigili del fuoco, ai fotografi, entro nella “zona rossa” dell’Aquila.
Bastano pochi passi perché io capisca che, questa volta, disegnare sarebbe stato un compito difficile e amaro.
I miei occhi si sforzano di penetrare l’intrico di contrafforti di legno e di metallo rosso, giallo, nero, per raggiungere gli edifici che vi si nascondono.
Per quanto mi sforzi, però, mi accorgo che la città è stata sostituita. Le nuove, provvisorie (?) architetture denunciano le forze in gioco. Le spinte, i pesi, le tensioni, sono lì, svelate e rese materia.
Non posso fare a meno di cadere preda di questa bellezza altra da quella preesistente.
Dentro di me inizia a manifestarsi un contrasto forte, doloroso, tra questa nuova estetica e la sofferenza che, essa stessa, denuncia in maniera così disperata.
Oscillo tra pensieri opprimenti e meraviglia, tra compassione e analisi.
Arriva il momento di disegnare.
Buio totale.
Alla fine cedo e non ascolto più la mia parte morale, quella che mi dice che è la sofferenza di questa città a dover essere rappresentata.
Rappresento quello che vedo.
L’operazione intellettuale, morale, sarà successiva.
Ne vengono fuori quattro appunti.
Li completerò poi, utilizzando la memoria e la distanza per renderli compiuti. La sedimentazione di questa esperienza sarà il filtro necessario.

Così è stato.
Questi sono i miei disegni. Quattro.
Spero, in qualche modo, di essere riuscito a far passare il dramma di questa città.
Lo spero davvero.

Gianluca Garofalo




L'Aquila è chiusa, sgretolata, smozzicata...


...fa male vederla così: i tanti portoni sbarrati, riquadrati dal legno. Dalle barre di acciaio, dalle cinghie, dai lucchetti. I numeri civici non contano più nulla e la città si sgretola con il freddo caldo, e la pioggia sole. Ci sono finestre nel nulla, mura che finiscono di colpo, quinte innaturali di una scenografia dolorosa. Siamo tornati il 10.10.10 e siamo pronti ancora.

La fontana

I disegnatori a piazza Paganica lavorano silenziosi in mezzo a mezzi possenti e ingombranti utili al cantiere.
Stretta tra macerie e rifiuti sta una fontana di cui non so il nome. L'elemento centrale mi suggerisce una datazione molto antica forse romana mentre la vasca è chiaramente più moderna.
Lei continua a proteggere le sue rotondità di pietra bianca con un'esile ringhiera di ferro battuto. Contrasta fortemente la forma fredda dell'architrave d'acciaio che andrà a coprire i poveri resti della vicinissima chiesa. Il vuoto della vasca sembra rendere più fragile questo contenitore, come quel copertone che senza il suo cerchio rimane inutilizzabile.

10x3 parte prima


10-10-10. Sembra quasi una data simbolo.
Mattina. Dopo caffè e torroncino ci facciamo scortare dai vigili del fuoco all'interno della zona rossa, zona off-limit per gli stessi abitanti.
Sembra assurdo, ma la prima tappa è in piazza san Giusta, proprio quì dove di giusto non c'è niente.
E mentre disegno sul mio sgabellino, di fronte la macchina dei militari e di lato le rovine, Totò racconta come chi doveva proteggerli ha razziato, come chi da essere umano è diventato supereroe, storie drammatiche e grandi atti..sembra quasi un dramma teatrale, peccato sia tutto così concreto e reale.
E' un silenzio innaturale quello che ci accompagna.. le uniche voci sono quelle del passato, di gente che un tempo passeggiava e rideva per le vie del centro storico, posto dove solo i cani randagi hanno dimora..